Page 3 - Psicomotricità educativa - metafore
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E in questa buca ho rivisto tanto
   dell’esperienza psicomotoria, del

   creare e del ricrearsi, anche come
   adulti, un posto, un luogo dove

   permettere il gioco del bambino in
   tutta la sua pienezza. Ho visto il
   piacere, lo stupore che il gioco

   produce come alimentato da
   un’energia inesauribile, naturale,

   potente. Dentro alla buca, così come
   all’interno della sala di
   psicomotricità,  i bambini disegnano

   la loro evoluzione percorrendo
   sentieri sempre diversi, talvolta

   semplici e di facile lettura anche per
   l’adulto, altre volte impervi,
   nascosti, intimi.

   Penso alle forme del gioco senso-motorio al piacere legato ai movimenti di equilibrio e disequilibrio,

   alla percezione del proprio corpo e quindi di Sé. Penso alle emozioni collegate all’arrampicarsi,
   al correre e al saltare. E penso anche alle trasformazioni del far finta, agli oggetti che prendono nuova
   vita, ai ruoli che si giocano nella finzione. Penso alla dimensione della socialità e dell’individualità,

   penso alla possibilità di ritagliarsi momenti di condivisione, confronto, ma anche all’importanza
   di cercare spazi personali dove giocare dimensioni proprie più intime, forse non sempre comunicabili

   agli altri. Penso alla ricchezza che la pluralità delle forme del gioco consegna alla lettura di un adulto
   che ha il prezioso compito di autorizzare, preparare un contesto, osservare, raccogliere, rilanciare…
   ciò che accade in questa buca. Penso al ruolo dello psicomotricista così attentamente formato

   ad accogliere e dare senso a questo processo di fatto naturale e spontaneo nel bambino.
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